La società che analizza i data, la Cambridge Analytica, è stata impegnata nella campagna elettorale di Trump e nel referendum Brexit, e in quel periodo ha raccolto dati personali, senza autorizzazione, di 50 milioni di elettori. Questo comportamento è stato messo in atto al fine di programmare un software per scoprire i segreti degli utenti per influenzare le loro scelte elettorali. La società è stata soggetta ad un’inchiesta, che ha chiamato in giudizio chi aveva lavorato per la stessa, ed oggi, invece, collabora con gli inquirenti affermando di aver usato Facebook come mezzo per raccogliere i profili degli utenti.
Il social network, nel 2015, ha notato che la mole di informazioni che erano state rubate non erano quantificabili ma, allo stesso tempo, non ha avvertito gli utenti del pericolo e del furto di dati personali che hanno subito. La società ha utilizzato l’app “thisisyourdigitallife” per raccogliere tutti i dati e, milioni di utenti, hanno accettato di effettuare un test, dietro corrispettivo, fornendo i loro dati personali. Quello che non sapevano gli utenti, però, è che la società accedeva ai dati personali anche dei loro amici.
Innumerevoli sono i dubbi che riguardano la veridicità dell’elezione di Trump e della vittoria della Brexit, tanto che sia gli inglesi che gli americani si sono scagliati contro Zuckerberg. Intanto Facebook sta effettuando dei controlli interni per verificare se i dati rubati ed usati per uso improprio esistono ancora. Il fatto è successo in Inghilterra e negli Stati Uniti ma il pericolo è anche in Italia, perché ormai tutti i paesi nel periodo elettorale hanno il forte rischio di essere contaminati da questo virus.
19/03/2018