Tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritta nel 2015 dai Governi di 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, che prende in considerazione le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile, quali quella economica, sociale e ambientale, al goal numero 5 troviamo l’obiettivo relativo alla parità di genere. Un obiettivo importante, che mira a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze.
Negli ultimi anni, nell’ambito della promozione dei diritti e libertà fondamentali, è stata posta particolare attenzione su questo tema. Purtroppo, discriminazione e divario di genere sono sempre esistiti e continuano ad esistere, dal mondo del lavoro a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, alla partecipazione alla vita politica ed istituzionale. E ancora, donne e ragazze, tutt’oggi continuano a subire inaccettabili forme di violenza fisica e psicologica, tanto da rendere necessari interventi e strategie politiche volte all’educazione e al riconoscimento delle pari opportunità in tutti settori della vita pubblica e privata.
L’Unione Europea negli ultimi decenni ha fatto passi a gigante in materia di parità di genere, nonostante fenomeni di disparità ancora esistenti, attraverso l’introduzione di norme sulla parità di trattamento tra uomini e donne, attraverso l’inserimento della dimensione di genere in tutte le altre politiche, attraverso provvedimenti per la promozione della condizione femminile. Nella Strategia per la parità di genere 2020-2025 promossa dall’UE troviamo azioni e obiettivi strategici da realizzare entro il 2025 volti a: porre fine alla violenza di genere; combattere gli stereotipi di genere; ridurre le disparità di genere nel lavoro; arrivare alla pari partecipazione nei diversi settori economici; azzerare il divario retributivo e pensionistico tra uomini e donne; conseguire l’equilibrio di genere nella politica. Tra i primi risultati raggiunti dalla strategia europea troviamo la direttiva recepita nel dicembre 2022 sulle misure relative alla trasparenza salariale; la proposta del 2022 sull’introduzione di norme mirate sui diritti delle vittime di violenza di reati e sulla configurazione come reato di forme più gravi di violenza sia fisica che online; la direttiva adottata nel novembre 2022 relativa all’equilibrio di genere nei consigli di amministrazione; la campagna di sensibilizzazione e di educazione del marzo 2023 per combattere gli stereotipi di genere.
Anche l’Italia, in linea con la strategia europea, ha adottato un piano di intervento in materia attraverso la Strategia nazionale per la parità di genere 2021-2026, per contrastare le innumerevoli forme di discriminazione verso le donne. La strategia italiana, presente anche nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) si concentra su cinque priorità strategiche: lavoro, reddito, competenze, tempo e potere. In linea generale la strategia italiana agisce su diversi ambiti: mercato del lavoro; conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro e il supporto alla genitorialità; forme di previdenza e assistenza; istruzione; partecipazione ai processi economici, decisionali, politici e amministrativi; contrasto alla violenza di genere; salute, stili di vita e sicurezza.
Nonostante nessun Paese abbia ancora azzerato il problema delle disparità di genere, le politiche, le strategie dei Governi sono necessarie per arginare ed eliminare il fenomeno. Accanto a queste però, si rende ancor più necessaria un’educazione di genere rivolta alla popolazione più giovane. Educare ragazze e ragazzi all’eliminazione degli stereotipi e dei pregiudizi permetterà la costruzione di una reale uguaglianza sociale, basata sulla parità dei diritti e sul rispetto reciproco.