Se cerchiamo sul dizionario il significato della parola inclusività troviamo questa definizione: con il termine inclusività si intendono “in senso generale orientamenti e strategie finalizzati a promuovere la coesistenza e la valorizzazione delle differenze attraverso una revisione critica delle categorie convenzionali che regolano l’accesso a diritti e opportunità, contrastando le discriminazioni e l’intolleranza prodotte da giudizi, pregiudizi, razzismi e stereotipi”. In ambito sociale rappresenta, in altre parole, la posizione degli individui a vivere condizioni di equità e pari opportunità eliminando ogni forma di discriminazione.
Le cause di esclusione sociale e di discriminazione possono essere diverse, come il sesso, la razza, la religione, il disagio economico, la disabilità fisica e mentale, motivazioni che troppo frequentemente generano situazioni di marginalità e deprivazione. In questo contesto, favorire l’inclusione sociale significa abbattere le differenze, tenendo conto delle peculiarità e delle diversità proprie di ogni individuo, come punti di forza necessari alla partecipazione alla vita sociale in maniera più attiva, più equa e più autonoma possibile.
Il termine inclusività è abbastanza recente, basti pensare che si è diffuso in Italia solo a partire dagli anni Novanta del XX secolo e si è introdotto, sin dagli inizi, nell’ambito pedagogico come una vera e propria emergenza educativa e formativa, allo scopo di valorizzare, all’interno delle scuole, la diversità come occasione di crescita e interazione tra gli studenti. Fino ad allora si è parlato del concetto di integrazione, intesa come la volontà di inserire le persone con bisogni diversi all’interno della comunità scolastica, facendo distinzione tra le persone sulla base di quegli stessi bisogni. Il concetto di inclusione, invece, rappresenta un’evoluzione del concetto di integrazione, perché considera, riconosce e valorizza i bisogni e le diversità di ognuno degli individui appartenenti alla comunità con una principale finalità sociale: l’interazione e la partecipazione di tutti gli attori coinvolti.
Partendo da qui, il concetto di inclusione volto alla riduzione delle disuguaglianze viene riconosciuto come fattore essenziale dello sviluppo, inteso come il raggiungimento del benessere a tutti i livelli della vita sociale. Anche l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel 2015 da 193 Paesi dell’ONU, considera tra gli obiettivi da raggiungere quello di “ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi”. Uno degli obiettivi più ambizioni da raggiungere, che più racchiude il concetto di inclusione sociale, perché mira specificatamente al raggiungimento del benessere della società attraverso una serie di azioni volte ad eliminare le politiche discriminatorie che ostacolano le pari opportunità a tutti i livelli del vivere civile: dal reddito alla salute, dall’istruzione alla partecipazione attiva alle decisioni pubbliche, dalla dignità dell’individuo all’immigrazione.