Il Consiglio dei Ministri ha deciso di procedere, attraverso decreto legge, alla revoca della concessione autostradale di Strada Dei Parchi Spa per grave inadempimento degli obblighi connessi alla concessione stessa.
Perché c’è stata la revoca della concessione autostradale
Dalla tragedia del Ponte Morandi in poi, il Mims (Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili) ha deciso di sollecitare Strada Dei Parchi Spa affiché la società provvedesse a migliorare la sicurezza della viabilità sul tratto autostradale A24 e A25.
Secondo il parere del Consiglio dei Ministri, però, non v’è stato miglioramento sulla tratta autostradale, e quindi ha provveduto a procedere alla revoca della concessione autostradale per grave inadempimento con decreto legge a firma del Mims.
Le ragioni che danno sostanza all’accusa del grave inadempimento, sono da ricondurre alla mancata messa in sicurezza dall’intero percorso di 281km di estensione dal rischio sismico a fronte di un aumento dei costi di pedaggio a danno dei consumatori.
Cosa è accaduto nello specifico
Il decreto legge di revoca della concessione autostradale consiste nel subentro, a Strada Dei Parchi Spa, di Anas Spa che è stata messa nelle condizioni di poter “avvalersi di tutte le risorse umane e strumentali attualmente impiegate, tra cui il personale di esazione, quello impiegato direttamente nelle attività operative e le attrezzature, automezzi e macchinari necessari ad assicurare il servizio.”
Nel pratico questo avverrà entro “e non oltre il 31 dicembre 2023” e Anas Spa lavorerà in maniera prioritaria “all’effettuazione degli interventi di manutenzione ordinaria” con particolare attenzione “nei limiti delle risorse allo scopo individuate all’effettuazione di ogni ulteriore intervento ritenuto necessario dal Mims.”
Strada Dei Parchi Spa, seppur annunciando piena collaborazione, bolla la decisione del Consiglio dei Ministri come “Sopruso” e promette battaglia legale senza quartiere per far annullare la revoca della concessione autostradale in favore di una rescissione anticipata da eseguirsi entro il 2030, ai quali sarebbero da ricondursi aumenti dei costi di pedaggio del 15,81%.
Conseguenze per i viaggiatori
La decisione del Consiglio dei Ministri di procedere alla revoca della concessione autostradale avrà diversi impatti positivi per gli utilizzatori tra cui:
1. Blocco all’aumento delle tariffe di pedaggio rispetto ai prezzi del 2017;
2. Controllo e verifica su “stato di sicurezza sismica” dell’intera tratta autostradale;
3. Interventi manutentivi ordinari e straordinari di messa in sicurezza dell’intera tratta autostradale.