Per consumo critico o consapevole si intende il comportamento attraverso il quale è necessario orientare le proprie abitudini di acquisto sulla base dell’impatto ambientale e sociale dell’intero ciclo di vita del prodotto, tenendo in considerazione l’efficienza delle risorse e dell’energia, al fine di migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo.
Il contesto attuale vede un consumo delle risorse decisamente superiore a quello che la natura riesce ad offrirci. Per poter arrivare a uno sviluppo economico e sociale sostenibile, diventa fondamentale cambiare in modo radicale il modo di produrre e di consumare beni e servizi. In questo scenario si colloca il consumatore sostenibile: colui che nelle proprie scelte di acquisto è attento non solo al prezzo e alla qualità ma alla sostenibilità della propria scelta, nel rispetto di sé stesso, degli altri e dell’ambiente.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, il programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto da 193 Paesi membri dell’ONU, inserisce tra i suoi obiettivi quello relativo al consumo e alle produzioni responsabili: l’obiettivo 12 è quello che promuove modelli di produzione e consumo rivolti alla sostenibilità economica, sociale e ambientale.
Secondo i dati riportati dalle Nazioni Unite, il consumo eccessivo di cibo produce effetti dannosi per la nostra salute e per l’ambiente. Il settore alimentare rappresenta il 30% del consumo totale di energia ed è responsabile del 22% delle emissioni di gas serra. E ancora, 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate mentre un miliardo di persone soffre la fame e altrettante soffrono di denutrizione.
Una situazione questa che deve condurre i consumatori a compiere scelte orientate alla sostenibilità. A fronte di questi dati, consumare consapevolmente nel settore alimentare vuol dire porre attenzione su uno stile di vita più virtuoso basato su scelte alimentari più “green” e salutari: fare attenzione all’origine e alla genuinità dei prodotti, prediligere prodotti della filiera corta con acquisti locali a Km 0 perché più sostenibili in termini di risparmio energetico e abbattimento delle emissioni di Co2, ridurre al minimo gli sprechi alimentari.