Roma, 01/03/2022 – “Lo stato in cui versa la situazione della mobilità capitolina, soprattutto quella che viaggia sottoterra, è arrivata al capolinea, per dirla con un gergo auspicabilmente comprensibile all’azienda di trasporto pubblico romano – scrive in una nota Martina Donini – Presidente U.Di.Con Regionale Lazio – affossando con sé quel briciolo di speranza dei pendolari nel potersi spostare in città senza sorprese”.
Nell’ultimo mese una serie di guasti tecnici e disservizi hanno interessato le linee metro della Capitale, concentrati in particolare sulla metro B e B1. Si parte l’08 febbraio con la sospensione della linea B1 bloccata per tre ore e mezza per problemi tecnici; il 18 febbraio la metro B si ferma per due ore a causa di un sabotaggio del circuito elettrico; nella mattinata del 23 febbraio un guasto tecnico riguarda la metro A dimezzando il servizio; sempre il 23 febbraio l’Atac comunica ancora un black out sulla metro B e B1 con conseguente interruzione dell’intera linea. Oggi, 01 marzo, l’altoparlante delle stazioni annuncia la chiusura della metro B1 nell’ora di punta per mancanza di treni.
“C’è una bella differenza tra il funzionare male e il non funzionare proprio – afferma Donini – e nonostante l’Atac ci abbia dato spesso dimostrazione della propria incapacità nella gestione del servizio metro ferroviario, volendoci limitare a questo, quanto accaduto nell’ultimo mese è grave e indecente. Apprendiamo dalla stampa della condizione che i cittadini sono costretti a vivere quotidianamente: attese infinite alle banchine metro, bus sostitutivi ridotti a carri bestiame, frustrazione e rabbia che non lascia spazio ad alcuna giustificazione. Una vergogna.”
“Chiederemo spiegazioni all’Atac sul continuo disservizio pubblico che ci propina – conclude Donini – ritenendo inaccettabile il trattamento rivolto agli utenti che pagano un servizio inesistente e ridotto in queste condizioni. La vivibilità di Roma, che si erge a Capitale europea, è seriamente compromessa da un’azienda che non è in grado di compiere il proprio dovere”.