29/01/2020 – “Quello che gli utenti subiscono quotidianamente è solo la parte visibile del delitto che si sta consumando ai loro danni – scrive in una nota il Presidente Regionale dell’U.Di.Con. Lazio, Martina Donini – questa situazione è figlia della scellerata decisione di non liberalizzare il servizio, ci troviamo di fronte ad un’Amministrazione che ha bisogno di un certo numero di chilometri e una controllata che risponde picche, adducendo una carenza di mezzi di cui essa stessa è responsabile. Per non parlare delle condizioni di quelli in uso; proprio l’altro giorno, una disabile ha inscenato una protesta contro la carenza di tram con pedane per le carrozzine, finendo per essere denunciata dall’Atac stessa. Surreale”.
Il Comune, in trattativa per il contratto di servizio 2020-2024, ha chiesto 103 milioni di chilometri totali per l’anno corrente, che si traducono in 17 milioni in più rispetto al 2019. L’Atac, dal canto suo, lamenta una penuria di vetture che renderebbe impossibile il raggiungimento di tale obiettivo, nonostante i 328 nuovi autobus previsti entro fine anno, chiedendo di chiudere a 96 milioni di chilometri per il 2020 e 101 per il 2021.
“Come se riuscisse a mantenere gli standard da essa stessa imposti, la ‘Carta della qualità dei servizi del trasporto pubblico e dei servizi complementari’ del 2019 è impietosa. 82,3 milioni di chilometri percorsi nel 2018 contro i 99,6 programmati, puntualità delle corse di superficie al 52%, 1.650.087 corse soppresse, efficienza di scale e tappeti mobili al 75% sono solo alcuni dei numeri che fotografano la situazione dell’Atac, a fronte dei 525 milioni di euro incassati tra Comune e Regione – continua Donini – e tutto ciò perché la Raggi ha, in più di un’occasione, dimostrato di non voler far fallire l’agenzia, che resetterebbe un management chiaramente inadeguato, solo per continuare a mettere a bilancio dei crediti che difficilmente rivedrà, vista anche la scelta, della sua Giunta tra l’altro, di posticipare i crediti vantati verso la controllata dal 2035 al 2055. A nulla è bastato il referendum sulle liberalizzazioni del 2018, recentemente dichiarato valido dal Tar – conclude Donini – i romani si sono espressi: ne hanno abbastanza dell’Atac. E della Raggi”.