Appena poco fuori dal Grande Raccordo Anulare, i cittadini del territorio compreso tra la Pontina e la Laurentina stanno portando avanti una battaglia per evitare la messa in funzione dell’impianto di trattamento dei rifiuti in via di Valleranello 273.
Il sito, concesso a Lazio Maceri srl, diventerà un deposito per rifiuti solidi urbani non putrescenti come carta, cartone, plastica, metalli e legno, ma anche oli esausti, toner e batterie, e a pieno regime movimenterà fino a 78.000 tonnellate di rifiuti all’anno, stoccati su un’area di 2.500mq e processati nel capannone di 870mq.
Ed è proprio il trasporto uno dei punti critici: per muovere le 260 tonnellate quotidiane di rifiuti è stato predisposto un limite di 12 camion l’ora, per un totale di 98 al giorno su una strada, quella di Via di Valleranello, con un accesso troppo stretto e in prossimità di abitazioni e edifici pubblici.
Il suddetto impianto sorge, infatti, a 200 metri da un’area residenziale composta da numerosi condomini e villette, nonché tre scuole, il Campus Biomedico, aree verdi e centri sportivi.
La voce del dissenso non ha tardato a farsi sentire: i cittadini si sono detti traditi dalle istituzioni e all’oscuro di tutto fino all’approvazione definitiva, avvenuta la scorsa estate da parte della Conferenza dei servizi cui hanno preso parte Regione Lazio, Città Metropolitana e Comune di Roma – il cui parere espresso non è stato vincolante ai fini della decisione – e che ha portato alla modifica del Piano Regolatore tramite delibera dirigenziale.
La risposta non ha tardato ad arrivare: se da un lato il Municipio IX ha indetto una seduta del Consiglio lo scorso 15 febbraio, al termine della quale è stato votato e approvato all’unanimità un atto che chiede formalmente al Comune di Roma e alla Regione la revoca della concessione, i cittadini si sono mobilitati raccogliendo 2000 firme in poche ore per l’annullamento delle autorizzazioni e hanno richiesto, tramite il Comitato di Quartiere EUR-Vallerano, un tavolo con la Commissione congiunta Urbanistica e Ambiente.
Come U.Di.Con., seguiamo la situazione con interesse e non mancheremo di aggiornarvi sui prossimi sviluppi.